La prima impressione che possiamo trarre dalla lettura di questo testo è probabilmente una sensazione di apparente smarrimento. Siamo da subito proiettati in primo piano perché la profondità del messaggio veicolato nello scritto non può lasciarci certamente indifferenti. Dalla meditata lettura percepiamo quella Presenza che ci pone in risonanza con la parte più profonda del nostro essere. L’io sono, così piccolo in noi, ci fa intuire la presenza viva e reale di quell’Io che travalica i confini dei nostri sensi. È una presenza avvolgente che si insinua in ogni rivolo più nascosto del nostro essere. Le percezioni si acuiscono, ci sentiamo presi per mano e trasportati alla scoperta di livelli sconosciuti, ma che sappiamo non essere del tutto a noi estranei. È una lettura infinita, impossibile da quantificare. Quell’Io che parla a tutto il nostro essere ci eleva ad una dignità che forse credevamo perduta da troppo tempo. Questa lettura ci fa comprendere che certamente non siamo soli e che siamo stati creati come parte infinitesimale di un tutto che conosce perfettamente le nostre necessità. Un tutto che giunge a cospirare con l’universo stesso per far sì che diveniamo consapevoli di essere posti in un percorso di conoscenza che ci porterà a scoprire il vero e profondo senso della vita. Quel potenziale infinito che alberga in noi farà sentire la propria voce come in un sussurro: “Io sono in te come la quercia è nella ghianda.