Il problema del nucleare

“Il 25 giugno 1950 truppe nord coreane superarono il 38° parallelo ed invasero la Corea del Sud. Il 27 giugno il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvò una risoluzione che intimava alla Corea del Nord di ritirare le sue forze dietro il 38° parallelo. Nello stesso giorno il Presidente USA Truman ordinò l’intervento immediato per difendere la Corea del Sud. Gli extraterrestri già avevano iniziato un intervento massiccio sul nostro pianeta, in particolare nei centri atomici e nelle basi militari americane e successivamente sulla Corea, tanto che il Generale Mac Arthur si trovò impossibilitato ad usare i bombardieri atomici. Il console Alberto Perego ha così testimoniato l’accaduto: “Durante le prime fasi della guerra i dischi furono visti, sui campi di battaglia, osservare le operazioni terrestri; spesso immobili nel cielo e sempre assolutamente silenziosi. Aviatori americani, che volavano con i loro caccia alla velocità di mille chilometri orari, se li videro spesso sfrecciare accanto a velocità tripla. Tutti compresero che questi apparecchi non erano russi e naturalmente non erano neppure americani. Non vi era scelta, non potevano essere che extraterrestri. Mac Arthur fu il primo a rendersene conto e a comprendere che i suoi bombardieri non avrebbero potuto trasportare bombe atomiche senza essere intercettati dai dischi. Senza poter usare l’arma atomica la guerra in Corea sarebbe divenuta insostenibile per le forze delle Nazioni Unite. Parallelamente all’attività operativa in Corea, si apprese che i dischi continuavano a sorvolare gli stabilimenti atomici e i depositi atomici negli Stati Uniti. Dopo pochi mesi la controffensiva nord coreana sostenuta da truppe cinesi, nel novembre 1950 fece precipitare la situazione. Una ritirata gravissima condusse le forze della Nazioni Unite a concentrarsi nella difesa della testa di ponte di Fusan, ultima base all’estrema punta della penisola coreana (dicembre 1950). Allora Mac Arthur parlò chiaro. Propose la pace motivandola con la presenza dei dischi volanti. Al Pentagono, ove Mac Arthur era detestato, lo si ritenne pazzo, rimbecillito, finito. Dall’altra parte Truman temeva che Mac Arthur, negoziando la pace, acquistasse popolarità negli Stati Uniti; temeva che si presentasse alle elezioni presidenziali del 1952 e dicesse quanto sapeva. Per questo Truman destituì Mac Arthur nell’aprile 1951 per obbligarlo a discolparsi e costringerlo a tacere. Mac Arthur tornò negli Stati Uniti con propositi di contrattacco; ma fu circuito dagli ambienti politici e finanziari dominanti che l’obbligarono a tacere. Troppo vecchio per la Presidenza, fu preferita la candidatura di Eisenhover. Mac Arthur dirà chiaramente tutto nel 1953.”

“Ci furono altre occasioni per una probabile guerra atomica fino alla fine della caduta dell’impero sovietico e credo che il caso più drammatico sicuramente sia stato quello sviluppatosi nel 1962 con la crisi di Cuba. In tale occasione è da ricordare che fu proprio la civiltà extraterrestre a suggerire, tra le altre cose, al Presidente degli USA J.F.Kennedy e a quello sovietico Nikita Kruscev di installare il famoso “telefono rosso” per evitare che una probabile guerra atomica scoppiasse per un banale errore. Ogni volta gli extraterrestri hanno ribadito: “…siamo pronti all’intervento nel caso che venissero messi in atto i disegni di alcune forze con armamenti nucleari. I nostri mezzi sono già in piena efficienza per attuare quanto un tempo, con lo stesso mezzo, abbiamo annunciato. Siano completamente consapevoli coloro i quali, per loro sventura, dovessero assumersi la gravosa ed ingiustificabile responsabilità di mettere in pratica i diabolici piani aggressivi con le armi atomiche. NON PERMETTEREMO UNA GUERRA NUCLEARE! STATE MOLTO ATTENTI! Non prendete decisioni avventate perché sarebbe la triste fine di tutta la vostra generazione e di tutta la vostra storia.”

“Le guerre sul nostro pianeta purtroppo sono continuate fino ai giorni attuali. Nel 2001, ad esempio, ci sono state ben 27 guerre, compresa quella scatenata dopo l’attentato dell’11 settembre a New York. Se non si cambia modo di vivere con il ritorno cosciente all’accettazione delle Leggi Universali, come chiaramente ha dimostrato Gesù Cristo, non abbiamo altra scelta e la civiltà extraterrestre sarà la nostra unica speranza di sopravvivenza. Per fare un altro esempio sul loro intervento, riporto il contenuto del messaggio che nel luglio 1984 la civiltà extraterrestre ha fatto pervenire ai responsabili delle due superpotenze che all’epoca gestivano il destino dell’umanità:

Al Presidente dell’Unione Sovietica: Konstantin Tchernenko

al Presidente degli Stati Uniti di America: Ronald Reagan

da

Woodok, Comandante dell’Astronave Cristal-Bell;

Maclero, Comandante dell’Astronave Olimpia”

La nostra missione sul vostro pianeta è pacifica ma non priva di preoccupazione per le tensioni in atto. È in un pericoloso gioco la vostra sopravvivenza, ma è anche tentato un equilibrio che siamo costretti a tutelare con ogni mezzo a nostra disposizione. Il nostro interesse mira, principalmente, ad evitare, per errore o per volontà delle forze belligeranti, un conflitto nucleare. Non siamo interessati alle vostre normali esperienze evolutive. Sappiamo che dovete crescere, realizzare e sperimentare. La nostra sorveglianza scaturisce dall’impellente necessità di salvaguardare alcuni fondamentali equilibri dinamici che governano il vostro sistema planetario di cui conosciamo la precaria stabilità. Un conflitto nucleare accelererebbe notevolmente tali disquilibri, con la funesta possibilità di trainare una forza anomala inarrestabile, con conseguenze imprevedibili sulle linee di forza che strutturizzano i valori gravitazionali dei pianeti del sistema solare a cui è legata la Terra.

Conosciamo molto bene il vostro pianeta e conserviamo la completa cronistoria delle sue origini. Abbiamo anche perfetta conoscenza del processo iniziale dei primati della vostra specie. Non è nuovo questo nostro intervento nel tentativo di aiutarvi. Lo abbiamo fatto nel passato e vorremmo ancora farlo se ce lo consentite. Facciamo parte di una confederazione planetaria della galassia e possediamo una scienza ancora inconcepibile per la vostra scienza.

Quello che ci preme è di raccomandarvi:

non attaccate i nostri mezzi!

Non tolleriamo l’ingiustificata violenza!

Possiamo giustificare l’errore ma non la perseveranza nell’errore!

Non ci costringete a dimostrarvi che possediamo mezzi assai convincenti per farvi desistere da ogni idea bellicosa nei nostri riguardi e nei riguardi di coloro che, sul vostro pianeta, ci rappresentano e sono scrupolosamente seguiti e tutelati. La Giustizia, la Pace, l’Amore e la Fratellanza sono la nostra reale religione. La nostra venerazione è rivolta esclusivamente, allo “Spirito Onnicreante” (Spirito Santo, come voi lo chiamate). La deità la possediamo già da tempo. A voi è stata offerta e l’avete, ancora una volta, rifiutata. Il nostro tempio è quello che vive nel cuore di tutti gli esseri viventi in tutte le galassie del Cosmo. Presto verrà il tempo di una nuova offerta per voi e ci auguriamo che sia la volta buona. Sta a voi accettare o rifiutare.

Per la confederazione che rappresentiamo la vostra accettazione sarebbe un grande sollievo e per l’umanità di questo pianeta una immensa e benefica grazia. Affidiamo questo discorso al nostro più solerte ed apprezzato emissario con l’ordine di farlo giungere ai destinatari. Speriamo tanto in una vostra seria, responsabile riflessione. Pace sulla Terra. Woodok e Maclero.”

I Segreti degli Esseni

Un brano tratto dai rotoli del Mar Morto spiega perché gli antichi Esseni si allontanarono dalle aree urbane e formarono delle comunità nel deserto: “I Fratelli della Luce hanno sempre vissuto dove gli angeli di Madre Terra si rallegrano: vicino ai fiumi, vicino agli alberi, vicino ai fiori, vicino al canto degli uccelli, nei luoghi dove sole e pioggia possono abbracciare il corpo, che è il tempio dello spirito”. La natura e le sue leggi stavano alla base dello stile di vita degli Esseni. Per comprendere la visione del mondo essena bisogna inquadrare le loro credenze sul rapporto fra il corpo umano e gli elementi del pianeta Terra. Secondo gli Esseni di Qumran, la parola angelo descriveva elementi del nostro mondo che nel linguaggio odierno denominiamo forze elettriche e magnetiche. Alcune forze erano visibili e tangibili, altre invece erano eteriche, sebbene fossero comunque presenti. Per esempio, un riferimento all’angelo della Terra può includere l’angelo dell’aria e gli angeli dell’acqua e della luce. Anche le forze dell’emozione e della consapevolezza venivano intese come angeli, ad esempio gli angeli della gioia, del lavoro, e dell’amore. Questa comprensione del pensiero esseno ci permette di accogliere le loro parole, duemilacinquecento anni dopo, con rinnovata speranza e discernimento. Usando il linguaggio del loro tempo ci hanno trasmesso una visione del mondo che considera il rapporto fra la terra e il corpo umano da un punto di vista olistico e unificato, siamo il matrimonio sacro fra l’anima dei cieli e il tessuto del nostro mondo. Le tradizioni essene si riferiscono a questa unione come a quella di “nostra Madre Terra” con il “nostro Padre Celeste”, “poiché lo spirito del Figlio dell’Uomo fu creato dallo spirito del Padre Celeste, e il suo corpo da quello della Madre Terra. Tua Madre è in te, e tu sei in lei. Essa ti ha portato in grembo, essa ti da la vita. È stata lei a darti un corpo… proprio come il corpo del neonato nasce dall’utero di sua madre”. Noi siamo l’unione asessuata di queste forze, la fusione del maschile del “nostro Padre Celeste” col femminile della “nostra Madre Terra”. La saggezza essena portatrice di questi sottili concetti era contenuta nei vari testi che sarebbero divenuti le odierne tradizioni bibliche. Essi furono però rimossi dal Concilio di Nicea nel quarto secolo. L’elegante semplicità che permette agli insegnamenti esseni di integrarsi significativamente nelle nostre vite di oggi fu riscoperta in ottimo stato di conservazione nelle grandi biblioteche dei reali d’Asburgo in Germania e in quelle della Chiesa cattolica agli inizi del ventesimo secolo. I manoscritti vaticani, conservati per oltre millecinquecento anni, ebbero un ruolo fondamentale fra i documenti che condussero Edmond Bordeaux Szekely a pubblicare le traduzioni rivedute di testi rari esseni. Nel 1928 egli pubblicò la prima opera di una serie che sarebbe poi stata diffusa col nome di Vangelo Esseno della Pace, contenente nuove intuizioni e un rinnovato rispetto per questa eredità di saggezza che precede nel tempo quasi tutte le maggiori religioni contemporanee.

I misteriosi Esseni

Cinquecento anni prima della nascita di Cristo, un misterioso gruppo di studiosi formò delle comunità per onorare antichi insegnamenti che risalivano a prima della storia come noi la conosciamo. Noto col nome di Esseni, questo popolo era formato da varie sette religiose che includevano i Nazareni e gli Ebioniti. Gli studiosi romani ed ebrei si riferirono agli Esseni come a “una razza a se stante, più elevata di qualunque altra al mondo”. Scritture antiche come i geroglifici sumeri, che risalgono al 4ooo a.C., contengono elementi provenienti dalle tradizioni essene. Quasi tutti i grandi sistemi mondiali di credenze, inclusi quelli di Cina, Tibet, Egitto, India, Palestina, Grecia e del Sud Ovest americano, contengono oggi elementi che risalgono a questo patrimonio originario di saggezza. Inoltre, molte delle grandi tradizioni del mondo occidentale, fra cui quelle di massoni, gnostici, cristiani e cabalisti, affondano le loro radici nello stesso corpus di informazioni.

Conosciuti anche come “gli Eletti” e “i Prescelti”, gli Esseni furono il primo popolo che condannò apertamente la schiavitù, l’uso dei servitori e l’uccisione di animali a fini alimentari. Poiché concepivano il lavoro fisico come una forma di comunione guaritrice con la Terra, praticavano l’agricoltura e vivevano a contatto con il suolo che li nutriva. Gli Esseni intendevano la preghiera come un linguaggio con cui onorare sia la natura che l’intelligenza creativa del cosmo, e non facevano distinzione fra le due cose. Praticavano regolarmente la preghiera. La prima preghiera della giornata veniva pronunciata al risveglio, nell’oscurità che precede l’alba, prima di recarsi ai campi. Seguivano altre preghiere prima e dopo ogni pasto e anche dopo essersi ritirati alla fine del giorno. Gli Esseni concepivano la pratica della preghiera come un’opportunità di partecipazione al processo creativo della vita umana, anziché come un rituale strutturato che si era obbligati a svolgere durante la giornata.

I membri delle comunità essene erano vegetariani in senso stretto e si astenevano dall’uso della carne, di cibi contenenti sangue e liquidi fermentati. Una delle più chiare spiegazioni della loro dieta è forse riscontrabile nel seguente brano, tratto dai rotoli del Mar Morto: “Non uccidere il cibo che metti in bocca, poiché se mangi cibo che vive, esso ti darà vigore, ma se uccidi il tuo cibo, il cibo morto ucciderà anche te. Poiché la vita proviene solo dalla vita e la morte proviene sempre dalla morte. Infatti, qualunque cosa uccida il tuo cibo essa uccide anche te.” Il loro stile di vita permetteva agli Esseni di vivere molto a lungo, giungendo all’età di 120 anni o con un fisico più pieno di vitalità e di grande resistenza.

Gli Esseni erano studiosi meticolosi che annotavano e documentavano le loro esperienze per generazioni future che essi potevano solo immaginare. Il miglior esempio del loro lavoro si trova nelle biblioteche nascoste che hanno disseminato per il mondo.come capsule temporali dislocate metodicamente, i loro manoscritti ci forniscono delle istantanee del pensiero e della saggezza dimenticata di questo antico popolo.

Gli elementi chimici della materia sono vibrazioni elettroniche

La scienza moderna dimostra che la materia si compone di forze vibratorie. Gli elementi chimici, i fattori che strutturano tutte le forme dell’universo, dalle pietre alle stelle e all’uomo, non sono altro che differenti forme di vibrazioni elettroniche. Per esempio, nel ghiaccio troviamo il freddo, il peso, la forma: esso è visibile. Sciogliete il ghiaccio, ed esso diviene acqua. Fatelo attraversare da una corrente elettrica, ed esso diverrà idrogeno e ossigeno invisibili che, se ulteriormente analizzati, si rivelano tipi di vibrazioni elettroniche. Si può perciò scientificamente asserire che il ghiaccio non esiste, benché sia percepibile ai nostri sensi di vista, tatto e così via. In realtà la sua esistenza è costituita da elettroni invisibili, ossia da forme di energia.

In altre parole, a ciò che si può dissolvere e ridurre allo stato invisibile non è possibile attribuire una valida esistenza. In questo senso la materia può essere considerata non-esistente; ma la materia ha un’esistenza relativa. Essa esiste in rapporto alla nostra mente e quale espressione di forze elettroniche invisibili che esistono a tutti gli effetti, essendo immutabili e immortali.

Tanto l’acqua che il ghiaccio sono manifestazioni di gas invisibili e possiedono solo un’esistenza formale e transitoria. Analogamente, sia la mente mortale che la materia sono manifestazioni fuggevoli della Divina Coscienza e possiedono solo un’esistenza puramente formale. In realtà solo la Mente Cosmica esiste.

Come un bimbo nasce mediante la strumentalità dei genitori, così la materia dipende dalla mente per la propria esistenza. La materia nasce dalla Mente Divina, ed è percettibile alla mente mortale: in sé e per sé la materia non ha realtà, non ha un’esistenza intrinseca.

Le forze elettroniche della creazione, per quanto cieche o non-intellettuali, sono tuttavia agenti teleologici, perché contengono in sé le vibrazioni dell’universale, autocoscienza forma vitale o prana, che a sua volta è scaturita dall’atto di volontà di Dio.

‘Dio disse: – Sia la luce! – e la luce fu’. Cioè, la proiezione del Pensiero Divino e della Volontà Divina divenne luce o energia vibratoria, emissione di corrente vitale e di elettroni che, in seguito, vibrarono più fortemente per diventare le differenti forze della natura, sottili o invisibili; queste a loro volta si resero manifeste nei 92 principali elementi della materia che costituiscono l’universo.

Alla coscienza umana, la materia è percettibile e reale. Ma l’uomo, mediante l’investigazione teorica, ha scoperto, la logica e ha scoperto, attraverso certi esperimenti di laboratorio (come quello di convertire un visibile pezzo di ghiaccio in forze invisibili) che un permanente e inalterabile potere creativo deve essere alla base di tutte le forme transitorie e illusorie del mondo fenomenico.

Questa verità può essere compresa nel modo stesso col quale noi comprendiamo il fatto che l’oceano esiste benché le sue onde non abbiano un’esistenza permanente, essendo solo manifestazioni transitorie e formali dell’unica, grande sostanza. Le onde non possono esistere senza l’oceano, ma l’oceano esiste con o senza le onde.

Questi concetti possono essere capiti dall’intelletto, ma non possono essere conosciuti finchè non si sia imparato il modo di convertire la materia in forza vitale e la forza vitale in Coscienza Cosmica, come erano in grado di fare Cristo, Krishna e altri Maestri autorealizzati. Per questi illuminati, la materia in sé non esiste, perché essi vedono che sotto le leggere increspature delle onde della creazione sta l’immutabile Oceano dello Spirito.

Gli angeli di Mons

Secondo alcuni la vittoria degli Alleati, durante la seconda guerra mondiale, fu dovuta alla presenza di angeli che combatterono al loro fianco.

Ma la storia di guerra più drammatica, una Chanson de Roland dell’epoca moderna, ha come protagonisti gli angeli di Mons, che apparvero tra il ventisei e il ventotto agosto 1914 durante gli scontri iniziali della prima guerra mondiale. I francesi e gli inglesi si stavano ritirando verso Parigi, schiacciati dall’artiglieria tedesca. Una cosa da poco, rispetto a quanto accadde in seguito durante la stessa guerra, allorché la speranza di vita media di un ufficiale inglese al fronte si diceva fosse di venti minuti circa, ma si trattò nondimeno di una ritirata lugubre e sanguinosa.

Poi cominciarono a circolare storie di angeli visti in mezzo al campo di battaglia. Ma sui particolari c’era una certa discordanza. I francesi avevano visto l’arcangelo San Michele (oppure Giovanna d’Arco?) che, a testa scoperta, con un’armatura d’oro cavalcava un bianco destriero tenendo alta la spada. Per gli inglesi si trattò invece di San Giorgio: lo videro emergere da una nebbia dorata, “un giovane alto coi capelli biondi e l’armatura d’oro, su un cavallo bianco, che, brandendo la spada gridava a squarciagola Vittoria!”. E non lo videro solo un paio di uomini; un’infermiera disse infatti di aver sentito raccontare questa storia più e più volte da feriti di entrambe le nazionalità, i quali richiedevano ripetutamente medaglie o santini di San Michele o San Giorgio. La cosa più strana, secondo lei e le sue colleghe, era l’aria di esaltazione o di serenità che caratterizzava quei moribondi.

Un paziente disse di aver visto, nel periodo critico della ritirata di Mons, “un angelo con le ali spiegate, simile a una nuvola luminosa” mettersi davanti all’esercito tedesco, il cui assalto si fece subito meno violento.

Un altro parlò di “una strana luce delineata in modo piuttosto netto, diversa dal riflesso lunare… Poi la luce si fece più forte e scorsi chiaramente tre sagome: quella al centro aveva ali spiegate, o qualcosa del genere, e le altre due, più piccole e distinte dalla figura centrale, indossavano tuniche lunghe e sciolte, di colore dorato; tutte e tre si ergevano sopra lo schieramento tedesco di fronte a noi”.

Un anno dopo cominciarono a serpeggiare voci nell’esercito tedesco: che a un certo punto i soldati “non avevano più potuto procedere… che i cavalli, dopo aver fatto dietrofront, si erano dati alla fuga… e che niente poteva fermarli”. Di ritorno in Germania il reggimento fu, a quanto pare, redarguito aspramente, ma i soldati tedeschi affermarono che il fronte degli Alleati era composto da migliaia di truppe; dissero “migliaia”, mentre in realtà si trattava solamente di due reggimenti, con uomini appostati a quindici metri di distanza l’uno dall’altro o sparpagliati in una scomposta ritirata.

Quei soldati avranno avuto veramente della visioni? Chi può dirlo? Non c’è niente che possa confermare queste storie. Certuni videro un solo angelo, altri ne videro parecchi che planavano sul campo di battaglia, altri ancora scorsero una truppa di cavalleria spettrale a salvaguardia degli uomini in ritirata.