Il Ragno e la Mosca

C’era una volta un ragno che decise di costruire la sua tela sul soffitto di un grande appartamento di un vecchio palazzo nobile. Splendidi affreschi ornavano la stanza.
E lui pensò – Ecco, qui sarò al sicuro, le mie prede abbagliate da tanta bellezza, cadranno nella mia tela e non potranno più scappare. –
E così una sera, in un angolo particolarmente buio, iniziò il suo lavoro. Con la grande abilità di un ingegnere iniziò a percorrere innumerevoli volte un tragitto sempre più ripetitivo. Lavorò febbrilmente tutta la notte e al mattino si fermò spossato, aveva compiuto la tela. Fermo in un angolo contemplava il suo lavoro, non c’era un particolare che stonasse, non c’era un’imprecisione. Una grande tela invisibile copriva lo spigolo di una stanza. Questa stanza al mattino prese vita, era una delle tante stanze adibite a museo di un grande palazzo ducale. Molta gente arrivava, osservava meravigliata le pareti che mostravano con orgoglio delle grandi opere d’arte e poi si soffermava a guardare il soffitto. Il ragno se ne stava lassù, un po’ intimorito, ma sicuro di non essere visto perchè la sua tela si confondeva con gli innumerevoli colori sbiaditi dell’affresco. Guardava i visitatori, in vita sua non aveva mai incontrato tanti occhi meravigliati. Ecco finalmente dalla grande porta d’entrata arrivò volando elegantemente una mosca. Si guardava in giro un po’ frastornata da tanta confusione e un po’ meravigliata dalla bellezza della stanza. Andò a fermarsi sulla maniglia di apertura della grande finestra che dava su un enorme cortile. Un caldo sole iniziava ad inondare la stanza e lei provò un sottile piacere nel sentirsi cullata da questo tiepido abbraccio.
Il ragno la guardava e già la vedeva sua preda. – E’ solo questione di tempo – Pensò. Il tempo passava e il sole inesorabilmente penetrava la stanza, andando ad illuminare dapprima il bellissimo pavimento a mosaico poi lentamente la grande parete ornata di quadri. Al centro di quella parete faceva bella mostra un’importante specchiera con una splendida cornice di legno dorato finemente intarsiata. E il sole andò a riflettere questo grande specchio creando tutt’attorno un’esplosione di luce. Un riflesso di luce dorata andò ad illuminare anche la grande tela del ragno. Dall’estrema periferia lui osservava atterrito. Un grande pulviscolo sollevato al passaggio di tutti quei visitatori era andato a depositarsi anche sulla tela che ora appariva evidentissima. La prima a notarla fu proprio la mosca, che fu grata a quel raggio di sole che le aveva scoperto un infernale tranello. La mosca che ormai si era riscaldata le ali, iniziò a volare per quella stanza, osservando con curiosità tanta bellezza e scrutando con non curata indifferenza il ragno deluso. Entrarono altre mosche, ma tutte rimasero colpite dalla tela e volarono alla larga dal ragno. Il ragno capì di essere stato scoperto anche da alcuni visitatori e decise che non gli restava altro da fare che andare a costruire la sua tela in un luogo più appartato. Il museo chiudeva e il custode apriva le finestre per cambiare aria. La mosca allora volò via. Quel giorno, per puro caso, aveva evitato di cadere in un tranello fatale.