Le leggi che governano la vita

Vi sono leggi della natura che non conosciamo. Noi siamo confinati in un mondo di materia grezza e pesante nella quale viviamo e ci muoviamo, secondo leggi giuste per la nostra esperienza terrena. Vi sono piani di vita oltre quella terrena governati da leggi proprie ad ogni piano, delle quali possiamo avere qualche intuizione, ma che ignoriamo del tutto.

Delle stesse leggi del nostro piano ne conosciamo pochissime. Attraverso i secoli se ne sono andate scoprendo in numero sempre maggiore, fino alle attuali conoscenze che, applicate con la tecnica alla vita pratica, ci fanno rimanere strabiliati.

La scoperta delle leggi dell’elettronica, della chimica ed altre, con le loro stupefacenti applicazioni, fa intuire, a chi sa intendere, l’esistenza di altre leggi ancora superiori che sui piani di vita più elevati, regolano i mondi oltre quello umano.

L’ignoranza è l’oscurità che impedisce ogni cammino.

L’uomo è all’inizio del cammino verso la vita dei mondi infiniti essendo appena uscito, e non del tutto, dalla vita animale; ha dinanzi a sé conoscenze da conquistare che lo avvicineranno sempre più al Supremo Legislatore, se saprà conformare le sue esistenze alle leggi morali, le sole che hanno questo potere.

Chi prega compie l’azione più perfetta delle leggi morali perché si libera dalla vibrazione pesante della materia e si porta a quella più elevata.

Le leggi della Natura sono opera divina perché tutto viene da Dio.

L’uomo ha una certa libertà di conformarsi ad esse, ma riceverà sempre gli effetti del suo comportamento.

La scienza umana conosce soltanto poche delle leggi che governano il piano fisico e ignora tutte quelle dei mondi superiori. Questi sono i limiti della scienza.

La scienza non è conoscenza. La conoscenza comprende le leggi superiori che sono le meraviglie a noi ignote. Eppure il piccolo uomo, nella visione miope della vita infinita, va superbo del poco sapere che lo fa rivestire di scientismo e gli fa negare le leggi dello Spirito. Dietro i fenomeni della Natura vi è il Divino che è nascosto. L’antropomorfismo tenta sempre di umanizzare il Divino per portarlo alla comprensione degli uomini. L’uomo è costretto a battere sulle bronzee pareti della prigione che chiude il suo destino, egli non potrebbe vivere se non chiuso in un orizzonte limitato nello spazio e nel tempo, né può elevarsi se non soffrendo nello sforzo di farlo. Questo serve a toglierlo dall’ignoranza, dall’incoscienza, dall’indolenza.

Le virtù e l’eroismo si misurano nel pericolo. Nella religione si misurano con l’ansia di superare il mondo effimero nel quale si vive per raggiungere l’ineffabile gioia di cogliere il Divino. Nella religione lo strumento per la liberazione è rappresentato soprattutto dalla preghiera.

Il segreto della magica potenza della preghiera poggia essenzialmente sull’unione del pensiero all’Onnipotenza stessa che muove mondi e li governa con le sue leggi.

L’uomo unito ad Essa con la preghiera può tutto. ‘Io e il Padre siamo Uno’ ha detto Gesù. Ed ha pure detto ‘Senza di me non potete fare nulla’. La preghiera realizza questa unità e ogni prodigio è compiuto. Per questo Paolo aveva scritto ‘Io posso ogni cosa in colui che è la mia forza’(Filip. 4,13).

La forza pensiero è potente nel bene e nel male.

Se l’uomo conoscesse la potenza del proprio pensiero e della volontà, quando non siano ostacolate dal karma, realizzerebbe nella vita cose meravigliose. Il pensiero ha le sue leggi. L’ignoranza di esse fa sì che molti vivano nel dolore, nella miseria, in uno stato deplorevole mentre potrebbero trasformare mirabilmente la loro esistenza.

È vero che la prima fede dell’uomo deve essere in Dio, ma, poi, deve credere in se stesso, aver fiducia nelle facoltà che Dio gli ha concesse, svilupparle e farne buon uso. L’uomo possiede potenzialmente capacità prodigiose da compiere miracoli, ma la traduzione nella pratica è molto scarsa a causa dell’ignoranza, dell’incoscienza e dell’indolenza: i tre freni che lo bloccano nello stato semi- animale. Tutti dovranno raggiungere la capacità di liberarsi da questi potenti padroni che lo tengono in schiavitù.

I pensieri di miliardi di uomini agiscono sulle condizioni mondiali tanto da cambiare perfino le situazioni esterne. Yogananda ha detto a questo proposito: ‘I cataclismi improvvisi che occorrono in natura, creando disastri e uccidendo migliaia di persone, non sono punizioni di Dio. Queste calamità sono il risultato dei pensieri e delle azioni degli uomini. Ogni volta che l’equilibrio vibratorio di bene e male viene rotto dall’accumularsi di vibrazioni dannose, come risultato del modo di pensare e di agire errato dell’uomo, vedrete l’apparire di devastazioni… le guerre non sono il prodotto di un fato governato dall’azione divina, ma di diffuso egoismo e materialismo… quando il materialismo predomina nella coscienza umana, vengono emanati sottili raggi di negatività. Il loro accumularsi disturba l’equilibrio elettrico della natura, ed è allora che terremoti, inondazioni e altri disastri prendono luogo’.

Il pensiero è creatore sia nel bene come nel male. Il pensiero intenso e concentrato può prendere forma e rendersi visibile, raccogliendo intorno a sé le energie più potenti.

Col pensiero Uri Geller ha dimostrato di agire sulle cose piegando oggetti, mettendo in moto pendoli fermi da anni.

E Yogananda scrive inoltre: ‘Le vibrazioni negative di egoismo, avidità e odio – che portano malattie e infelicità agli individui e guerre e calamita naturali alle nazioni – possono venir superate se un numero sufficiente di persone si rivolge a Dio in meditazione e preghiera. Cambiando noi stessi – col vivere in maniera spirituale ed entrando in comunione con Dio – diffondiamo automaticamente vibrazioni di pace e armonia che hanno un ruolo importante nel controbilanciare gli effetti negativi delle vite vissute in modo disarmonico.

Quindi, come strumento per trasmettere il potere risanante di Dio, la preghiera per gli altri è una delle più alte forme di servizio che si possano rendere all’umanità. Aiuto materiale, lavoro sociale e altre forme di assistenza sono valide e necessarie nell’alleviare temporaneamente le sofferenze degli altri, ma la preghiera attacca la sofferenza del mondo alle sue radici: il modo di pensare errato dell’umanità’.

L’effettiva forza della preghiera è fondata sulla forza del pensiero e sull’intervento di Entità Superiori che hanno poteri e conoscenze di leggi all’uomo ancora ignote. Molte situazioni della nostra vita sono create dai nostri pensieri. E su questi è necessario agire per modificare quelli che abbiano prodotto effetti negativi. Il credere è mettere in modo dentro di sé un ingranaggio misterioso capace di compiere prodigi.