Gli angeli di Mons

Secondo alcuni la vittoria degli Alleati, durante la seconda guerra mondiale, fu dovuta alla presenza di angeli che combatterono al loro fianco.

Ma la storia di guerra più drammatica, una Chanson de Roland dell’epoca moderna, ha come protagonisti gli angeli di Mons, che apparvero tra il ventisei e il ventotto agosto 1914 durante gli scontri iniziali della prima guerra mondiale. I francesi e gli inglesi si stavano ritirando verso Parigi, schiacciati dall’artiglieria tedesca. Una cosa da poco, rispetto a quanto accadde in seguito durante la stessa guerra, allorché la speranza di vita media di un ufficiale inglese al fronte si diceva fosse di venti minuti circa, ma si trattò nondimeno di una ritirata lugubre e sanguinosa.

Poi cominciarono a circolare storie di angeli visti in mezzo al campo di battaglia. Ma sui particolari c’era una certa discordanza. I francesi avevano visto l’arcangelo San Michele (oppure Giovanna d’Arco?) che, a testa scoperta, con un’armatura d’oro cavalcava un bianco destriero tenendo alta la spada. Per gli inglesi si trattò invece di San Giorgio: lo videro emergere da una nebbia dorata, “un giovane alto coi capelli biondi e l’armatura d’oro, su un cavallo bianco, che, brandendo la spada gridava a squarciagola Vittoria!”. E non lo videro solo un paio di uomini; un’infermiera disse infatti di aver sentito raccontare questa storia più e più volte da feriti di entrambe le nazionalità, i quali richiedevano ripetutamente medaglie o santini di San Michele o San Giorgio. La cosa più strana, secondo lei e le sue colleghe, era l’aria di esaltazione o di serenità che caratterizzava quei moribondi.

Un paziente disse di aver visto, nel periodo critico della ritirata di Mons, “un angelo con le ali spiegate, simile a una nuvola luminosa” mettersi davanti all’esercito tedesco, il cui assalto si fece subito meno violento.

Un altro parlò di “una strana luce delineata in modo piuttosto netto, diversa dal riflesso lunare… Poi la luce si fece più forte e scorsi chiaramente tre sagome: quella al centro aveva ali spiegate, o qualcosa del genere, e le altre due, più piccole e distinte dalla figura centrale, indossavano tuniche lunghe e sciolte, di colore dorato; tutte e tre si ergevano sopra lo schieramento tedesco di fronte a noi”.

Un anno dopo cominciarono a serpeggiare voci nell’esercito tedesco: che a un certo punto i soldati “non avevano più potuto procedere… che i cavalli, dopo aver fatto dietrofront, si erano dati alla fuga… e che niente poteva fermarli”. Di ritorno in Germania il reggimento fu, a quanto pare, redarguito aspramente, ma i soldati tedeschi affermarono che il fronte degli Alleati era composto da migliaia di truppe; dissero “migliaia”, mentre in realtà si trattava solamente di due reggimenti, con uomini appostati a quindici metri di distanza l’uno dall’altro o sparpagliati in una scomposta ritirata.

Quei soldati avranno avuto veramente della visioni? Chi può dirlo? Non c’è niente che possa confermare queste storie. Certuni videro un solo angelo, altri ne videro parecchi che planavano sul campo di battaglia, altri ancora scorsero una truppa di cavalleria spettrale a salvaguardia degli uomini in ritirata.