Albanotte e il Guardiano dei Sogni

Ah, povero Albanotte, ha quasi il potere di destabilizzarmi…

Silen, l’elfo del piano base, percepiva un’attività febbrile nella mente di Albanotte.

– Che anima inquieta…Riesce a trasmettere ansia persino a me!

Albanotte sognava, ma le creazioni della sua mente portavano scompiglio persino nel mondo dei sogni.

Il guardiano Nebula era preposto alla guida dei sogni tranquilli e con Albanotte aveva il suo bel da fare, egli aveva il compito di eliminare le interferenze che potevano creare apprensione. Era così grande il desiderio di Albanotte di aiutare le creature terrene che i suoi sogni stavano interferendo con quelli di altri sognatori. Quella notte era cresciuto così tanto da diventare più grande della Terra e le sue braccia addirittura avvolgevano l’intero globo. Albanotte guardava con meraviglia il suo pianeta. La terra ruotava attorno al suo asse ed una luce pulsante ora emanava dal suo centro, sembrava che il cuore della terra entrasse in risonanza coi pensieri di Albanotte e cercasse di comunicargli la sua riconoscenza. Nebula osservava piacevolmente stupito la scena che si presentava ai suoi occhi. La terra emanava luce e sembrava che il suo corpo si trasformasse. Questa luce viva sublimava i contorni delle terre e dei mari. I colori diventavano più brillanti, i mari apparivano azzurri e cristallini e il manto di prati e boschi di un brillante verde smeraldo. L’abbraccio di Albanotte avvolgeva tutta la Terra ed il suo respiro diventava sempre più regolare e calmo, come regolare e calmo risuonava il cuore della terra. Nebula osservava stupito e compiaciuto della qualità del sogno di Albanotte.

– Il nostro amico ha avuto un sogno tranquillo – disse Nebula a Silen.

– Tranquillo e molto… creativo – rispose Silen.

L’interferenza che si creava coi sogni delle altre persone stava nella forza con cui Albanotte li portava a compimento. Normalmente gli altri sognatori si limitavano a percepire le immagini che si presentavano alla mente, tutto sotto il controllo del saggio Nebula, il cui compito era molto importante, perché tutto ciò che non era in grado di filtrare a livello di immagine passava sotto il controllo del guardiano dei sogni agitati: Ombrenere era il suo nome, che ben si presenta come un programma chiaramente definito…

Ombrenere non era amato da Nebula e naturalmente tanto meno da Silen, i quali si trovavano purtroppo spesso ad agire per neutralizzarlo. Nebula si era accorto che la qualità dei sogni di Albanotte era particolare perché in grado di attrarre l’attenzione di altri sognatori i quali venivano spesso calamitati e si trovavano a far parte inconsapevolmente, dello stesso sogno. I rari sognatori che al mattino erano in grado di ricordare rimanevano stupiti dalla bellezza e dal fascino di quello strano e quasi indescrivibile sogno che avevano fatto la notte precedente. In compenso anche chi non ricordava passava comunque una giornata tranquilla…

Albanotte in passato aveva turbato non poco le creature con l’ambizioso progetto della costruzione della torre che avrebbe dovuto, nelle sue intenzioni, arrivare fino a Dio… Adesso era arrivato nel mondo dei sogni, qui i problemi potevano aumentare perché per Nebula e Silen era più difficile aiutarlo…egli infatti aveva acquisito maggiore autonomia. Albanotte era cresciuto e voleva fare tutto da solo, testardo com’era chissà dove pensava di arrivare.

– Che profumo inebriante… – Nebula aveva percepito il sogno di Albanotte, il quale passeggiava in un bosco meraviglioso e raccoglieva delle viole, il loro colore era intenso e nel loro cuore brillava un giallo sole pulsante.

Sembravano vive ed erano molto più grandi di quelle che nascono normalmente nei boschi nel mese di marzo. Si muovevano, ondeggiando, fra le mani di Albanotte, avevano vita autonoma e parevano felici di poter stare accanto a lui. Erano piccole creature di energia e non avevano necessità di essere nutrite da acqua. Albanotte camminava lentamente, talvolta incontrando altri sognatori, lui li salutava donando loro una viola profumata. Una grande armonia aleggiava attorno…le viole…quegli odorosi fiori vellutati che giungevano proprio con gli ultimi freddi del tempo invernale, salutavano gioiosi il tramonto della gelida stagione e davano il benvenuto alla primavera. Con le gialle primule detenevano il primato del passaggio ad una nuova stagione.

Sì, una nuova stagione, nuova e antica come il tempo, sempre nuova e sempre diversa perché nuovo e diverso è l’approccio dei protagonisti che perpetuano il passaggio a nuova vita. Così misterioso e così semplice come l’alternarsi delle fasi di un respiro, necessariamente, eternamente ripetitive per poterne garantire la continuità. Albanotte amava così tanto quel fiore che lo aveva chiamato il fiore del passaggio. Passaggio come tappa fondamentale di cambiamento, passaggio fra due realtà…

Albanotte aveva la fortuna di ricordare i sogni che faceva e sentiva in cuor suo una grande pace. Stava ritornando col pensiero all’immagine della sua beneamata Terra e si chiese stupito come avesse potuto formarsi nella sua mente una visione così particolare. Rivisse quei momenti: pensava alla sua Terra e riusciva a vedere solamente la bellezza che da essa traspariva, vedeva la parte più bella della natura così come era stata fatta dal Creatore e vedeva le creature di tutti i regni. Era una visione davvero in netto contrasto con la realtà attuale del suo pianeta, ma Albanotte non riusciva ad accettare la sofferenza del pianeta come un fatto scontato e definitivo, per lui era forse un passaggio, chissà, un momento triste, ma sapeva dentro di sé che quella non era la vera realtà perché la Terra che lui vedeva nei sogni era vera e reale, così vera e reale che sentiva lo stesso cuore pulsante della Terra reagire positivamente ai suoi pensieri. Sembrava che la Terra volesse rispondergli: sì, è davvero così che io sono, proprio come tu mi vedi. Questa immagine dava molta pace ad Albanotte che ora si chiedeva che cosa avrebbe potuto fare, allora, per aiutare le sofferenze che, purtroppo, quando non sognava, ovunque, vedeva attorno. Era come se vivesse due realtà distinte, molto differenti fra loro, ma che misteriosamente confluivano in un’unica realtà. Proprio come due facce della stessa medaglia. Cominciava a chiedersi come ciò fosse possibile. E poi quelle splendide viole, i fiori del passaggio, che misteriosamente si insinuavano così spesso nei suoi sogni…I sogni di Albanotte si espandevano nel tempo, oltre che nello spazio, sconfinavano oltre le ore della notte, diventavano creazioni autonome, tanto che Nebula, si era assunto il gravoso onere di proteggere Albanotte anche quando sognava ad occhi aperti.

– Sembra che questo ragazzo perda il senso della misura, ma devo ammettere che c’è una coerenza creativa nei suoi sogni e questo mi fa ben sperare…- Nebula aveva infatti notato che pur interferendo coi sogni di altri sognatori non creava loro problemi, anzi sembrava che li influenzasse positivamente. Fu così che proprio in sogno Albanotte fece il primo grande incontro con un sognatore davvero sui generis. Si chiamava Ermione, era una ragazza forse più grande di lui come età, ma da subito condivise con lei la passione per il fantastico…

E si ritrovo a crescere, sempre di più, sempre di più, o forse era la sua Terra che rimpiccioliva, questo sarebbe sempre stato un mistero difficile da capire. Si ritrovò più grande della Terra ad osservarla da buona distanza. Notava gli oceani cristallini, ora calmi, ora agitati. Vedeva candide nuvole che accarezzavano la sua atmosfera. Sentiva venti sonori che scuotevano le acque e le cime degli alberi… Sentiva i profumi… inebrianti essenze marine e montane, e poi il tepore del sole, e ora percepiva chiaramente che costituiva davvero l’elemento base per la vita delle creature, di tutte le creature…

Inspirò profondamente come a voler trattenere tutta quella bellezza che vedeva. Chiuse gli occhi, li riaprì e il suo sguardo si perse nel cielo. Fù attratto da un’insolita visione: una grande bolla trasparente, al suo interno una ragazza che si dondolava beatamente, felice come non mai, osservava lui e la Terra.

– E tu chi sei?

– Ciao Albanotte, mi chiamo Ermione, ti osservavo, proprio un bel pensiero.

– Ci conosciamo?

– Direi da poco tempo, sono stata attratta dalla tua immagine… davvero degna di un grande sognatore, non avrei fatto di meglio credo… vorrei solo darti un piccolo consiglio, attento a Ombrenere, è un vero rompiscatole, ma io ho subito capito il suo segreto, per neutralizzarlo basta fargli il solletico, lui scoppia a ridere e il suo effetto malefico svanisce.

– E chi è Ombrenere? Mi stai prendendo in giro, non siamo mica in una favola…

– No, siamo più che in una favola, siamo nella realtà!

– E tu come fai a conoscere Ombrenere?

– L’ho semplicemente osservato mentre tu abbracciavi la Terra, era intenzionato a spaventarti facendoti credere che tu fossi qui col corpo fisico e che stessi per cadere…così tu ti saresti svegliato di soprassalto e addio sogno, almeno per stanotte.

– Sogno, sì, vabbè, si fa per dire. Sai l’intento di Ombrenere è proprio quello di fare azione di disturbo. Ma io ho capito il suo punto debole, mi sono fiondata mentalmente, gli ho fatto il solletico, lui si è spaventato a morte e si è dileguato con la coda fra le gambe, così l’azione di disturbo stavolta l’ho fatta io. Tu Albanotte, naturalmente, non ti sei accorto di niente…

– Assolutamente no, dovrò stare più attento. Caspita, ho a che fare con una professionista, credo tu possa fare molto meglio di me.

– Direi proprio di no. Creare immagini così belle è da pochi…è solo che io sono forse un po’ più sveglia di te. Non avertene a male, intendo dire più sveglia nel senso che mi guardo attorno e vedo più di te gli ostacoli, tu sei così assorto nei tuoi pensieri giorno e notte da escludere la possibilità di poterti imbattere in incontri spiacevoli.

– Hai ragione, non avrei mai pensato che ci fosse il disturbatore dei sogni.

– Così come c’è chi li protegge, si chiama Nebula, sai se non fossi intervenuta io col solletico ti avrebbe certamente aiutato lui. Ma sai è sempre meglio essere attenti.

– Per essere attenti bisogna essere svegli.

– Si può essere attenti pur essendo nel sonno, non siamo forse nello stesso sogno e non stiamo forse sognando?

– Credo di sì, ma sembra così reale.

-Perché il sogno è reale. Stanno solo riposando i nostri corpi fisici, per il resto siamo svegli più che mai.

– Credo tu abbia ragione, Ermione, c’è un po’ di confusione in questi mondi.

– Basta considerare che quando dormi in realtà sei sveglio e quando sei sveglio in realtà sei tutto sognato.

– No, aspetta, mi sto perdendo.

– Ma sì dai che ci arrivi da solo, quando sei sveglio ti accadono tante cose, tutto e il contrario di tutto, è tutto illusorio perché cambia in continuazione, quando sogni invece stati creando i tuoi desideri. Semplice, no?

– Detto da te, così semplicemente, sembra quasi vero.

– Ma è quasi vero, anzi direi vero senza quasi. Prova a rifletterci su. Credo che ormai che si è stabilito il contatto ci incontreremo ancora nei sogni. È ora del risveglio, sta sorgendo il sole per me.

– Ma se siamo in piena notte.

– Per te sì, io vivo in Russia.

– Cosa? E com’è possibile che ci capiamo così bene, non parliamo la stessa lingua.

– Di giorno no, ma di notte la lingua è universale.

– Che magnifico sogno, grazie, Ermione, buon risveglio.

Di lì a poco la bolla cristallina di Ermione si allontanò a velocità indescrivibile e Albanotte vide quella simpatica ragazza aprire gli occhi, sorridente, vide la sua camera semplice e spaziosa. L’ultima cosa che notò fu una coda che scodinzolava festosamente ai piedi del suo letto…era il suo cane.

Si ritrovò lì, solo nell’universo a fluttuare fra la Terra e le stelle, felice di aver creato un sogno molto reale. Ma ora avrebbe potuto contare sull’aiuto di altri sognatori che come lui amavano fluttuare nel grande spazio della creazione.

In cuor suo si era sempre chiesto perché Dio avesse creato tanto spazio vuoto, la sua risposta, quella che lui aveva maturato dentro di sé era che Dio nella sua infinita saggezza aveva deciso così perchè di notte la mente fosse libera di fluttuare e avesse il potere di creare i suoi desideri.

Questa era la sua convinzione, anche se condivisa da un numero estremamente esiguo di persone. Quante nuove informazioni gli erano state date da quel sogno, avrebbe impiegato non poco tempo per elaborarle pienamente. Ciò che lo affascinava particolarmente era la possibilità di entrare in contatto con sognatori così lontani e di comprenderli perfettamente. Che fantastica realtà stava vivendo.

Il primo raggio di sole spuntò anche per lui e si ritrovò a socchiudere gli occhi alla luce del giorno, sereno e felice come non mai.

Nebula e Silen osservavano compiaciuti la scena che si era svolta sotto il loro controllo.

– Hai mai visto niente di simile Nebula? Questa sfera è di tua competenza, ma mi sembra che le vecchie regole dei sogni stiano cambiando…

– Bè, Silen, siamo così in un mondo impalpabile, proprio per questo di solito, tutto quello che avviene nel sonno rimane sospeso, ovattato, indefinibile. Io stavo osservando Albanotte che mi dà non poche preoccupazioni, ma devo ammettere che la sicurezza di Ermione mi lascia stupefatto. È estremamente intuitiva. Ha percepito immediatamente il segreto di Ombrenere, credo che sia la prima volta che accade, l’avessi saputo io avrei fatto molto meno fatica a contrastarlo.

– Sì, Nebula, io non sono certo competente come te nel mondo dei sogni, io faccio parte del piano base, ma ti devo dire che questa vittoria di Ermione mi preoccupa un po’, mi preoccupa la sua certezza. Temo che Ombrenere non si arrenda così semplicemente…

Silen e Nebula stupiti e preoccupati tornarono con la mente alla splendida immagine di Albanotte e della Terra di luce.

Già, la Terra di luce, perché appariva insolitamente luminosa nel sogno di Albanotte assomigliava sempre di più ad una stella anziché ad un pianeta.

Questo insolito effetto era recepito misteriosamente anche dalle creature, le quali si sentivano sveglie e gioiose e neppure si chiedevano il perché.

Possibile che un sogno potesse influenzare tutto il creato? Possibile che un sogno potesse creare benessere persino alle creature che abitavano la Terra? Un insolita energia pulsava ovunque. Ma era forse solo un sogno, sì, perché al di là del sogno, ciò che accadeva nel mondo non delineava davvero una situazione idilliaca. E allora che cosa stava accadendo? Nebula e Silen non sapevano dare una risposta chiara.

Si limitavano ad attendere.

Nel frattempo Albanotte ed Ermione stavano portando avanti il loro sogno.

– Piacere di ritrovarti, Ermione.

Un sogno nitido accoglieva i nostri protagonisti.

-Ti ho portato un piccolo dono, cosa ne pensi?

– Penso che non ho mai visto una viola così bella.

Albanotte fluttuava attorno alla Terra e aveva portato una splendida viola come dono per Ermione. Una grande, magnifica viola dal colore molto intenso. I petali avevano l’apparenza del velluto ed uno spessore che andava al di là di qualsiasi immaginazione, davano proprio il senso della profondità. Non era davvero facile descrivere questo fiore, il profumo che emanava da esso era persistente e soavissimo.

– Che meraviglioso pensiero questa viola. Grazie infinite.

– Il piacere non è solo mio vedo. Disse Albanotte.

– Il piacere non è solo tuo, ma è condiviso in questa splendida visione.

I due fluttuavano come onde tranquille attorno alla Terra.

– Guarda quell’isolotto, Albanotte.

Al centro di un isolotto sperduto nell’oceano Pacifico un vulcano stava per eruttare.

Che spettacolo! Un cuore di lava debordava dal cratere invadendo le fiancate della montagna. L’abbondante fuoriuscita di lava travolgeva migliaia di grandi alberi che avevano preso dimora sulle pareti.

– È un risveglio immediato, chissà da quanto tempo dormiva… povere creature, chissà quanti animali sono stati travolti…disse tristemente Albanotte.

– Non addolorarti sai benissimo che molti animali hanno percepito il risveglio e tutti quelli che hanno potuto si sono allontanati, per tutti quelli che invece non ce l’hanno fatta bè, il loro percorso non termina qui. E poi non si può interferire con l’equilibrio della Terra, è lei stessa che protegge le sue creature…

– Sì, è lei stessa che protegge le sue creature, non dobbiamo dimenticare questo particolare. Ci sarebbe meno dolore senza interferenze da parte nostra.

– Già, credo proprio di sì, l’equilibrio supremo al di là di tutto.

– Credo proprio di sì, Ermione.

– Direi che stanno agendo perfettamente in simbiosi quei due – pensò fra sé Nebula compiaciuto.

Hanno forti motivazioni entrambi. – concluse Silen.

Albanotte ed Ermione si accorsero con non poco stupore di essere entrati in contatto col pensiero del cuore della Terra. La sfera brillava di viva luce colorata, i suoi contorni erano maggiormente definiti, eppure parevano fatti di pura luce.

– Sì, amici miei, avete compreso bene, la pace che scorre nel cosmo è un modo privilegiato per rigenerarmi, l’amore che giunge dagli spazi siderali mi dà tanta pace e tranquillità, la luce delle stelle nutre il mio corpo, è per me un alimento fondamentale. Adesso però ho qui accanto due piccole stelle pulsanti che mi stanno aiutando tantissimo.

I due, stupiti più che mai contemplavano estasiati la sfera di luce.

– Ermione, hai perso la parola, non è da te. Disse Albanotte.

– Già. Rispose Ermione.

– State tranquilli – proseguì la Terra – se pensate che Ombrenere possa nuocervi vi sbagliate. Il vostro amore per le creature vi ha portato al di là delle paure terrene perché quando siete nel sonno il vostro pensiero va a far parte del cuore del creato e nel cuore del creato c’è spazio solo per le anime affini.

– Che meraviglia – disse Albanotte – però stento a comprendere il mio ruolo.

– Voi ora siete entrati in una realtà parallela della vostra vita e siete entrati in contatto con la mia realtà parallela. Vi ringrazio per l’aiuto che mi state dando, anche se voi non riuscite a comprenderlo. Il sole, la mia grande stella non ce la fa più a contrastare le ombre che si sono insediate sul mio corpo. La sua attività è persino aumentata e cerca di consolarmi donandomi tanto calore. Il calore che mi da il sole è tanta energia, mi aiuta a respirare perché spesso mi sento davvero soffocare. Il mio battito è affannoso, ma quando incontro creature come voi mi sento subito meglio.

– Perché affermi che noi possiamo esserti d’aiuto?

– È semplicemente una questione di affinità, ma non è il caso che ve lo spieghi perché lo capirete da soli. Tutte le stelle dell’universo stanno cercando di aiutarmi, e voi siete parte di questo aiuto. Per questo motivo la notte è il mio refrigerio. Ci vuole tutta per poter tollerare le pesantezze del giorno. Questo è il mio sogno meraviglioso, proprio come il vostro. Non è forse vero che anche voi vivete meglio di notte che di giorno?

– Non avrei mai pensato che anche la Terra potesse sognare – disse Albanotte.

– E perché no? Purtroppo solo parzialmente, solo metà per volta.

– Quindi una parte di te è sempre sveglia.

– Sì, purtroppo, è per questo che faccio così tanta fatica a sopportare le ombre opprimenti.

– Cosa sono per te le ombre opprimenti? – Chiese Ermione.

– Sono tutte quelle situazione che pensano di poter fare del mio corpo tutto quello che vogliono per soddisfare i loro desideri. Sapete è come si vi prendessero e non tenessero in minima considerazione le vostre naturali necessità, come il dormire, il cibarsi, il respirare aria sana. È come se stravolgessero completamente i vostri ritmi vitali. Per quanto sareste in grado di tollerare il caos nella vostra vita? Non avreste mai immaginato che un pianeta così grande potesse essere paragonato ad un corpo fisico come il vostro vero?

– Sentivamo la tua sofferenza, ma non potevamo quantificarla paragonandola alle necessità di noi comuni mortali.

– Non dimenticate che anche io sono una comune mortale, ho una vita di gran lunga superiore alla vostra. Esponenzialmente superiore alla vostra, ma non crediate che per questo le sofferenze non siano recepite dal mio centro. Pensate per un attimo soltanto che io sono in grado di percepire tutte le sofferenze delle creature che vivono su di me.

Albanotte ed Ermione sentirono una profonda tristezza.

– Avete iniziato ad intuire quello che io sento e non è poco vi assicuro, so che il vostro risveglio non è stato privo di conflitti. Vero Albanotte…

Albanotte allora iniziò a raccontare la sua storia ad Ermione, la quale ascoltava attentamente.

Raccontò del desiderio di costruire la torre, descrisse tutta la sua confusione , raccontò l’incontro con le creature animali e infine descrisse l’incontro con Silen che gli aveva aperto la strada della dimensione parallela.

Ermione ascoltò con gioia e stupore e disse – Un giorno racconterò la mia storia perché assomiglia alla tua in molti punti.

– Albanotte, amico mio, io conosco bene la tua storia, ma hai fatto bene a raccontarla perché così hai dato forza ad Ermione. Io ricordo le vostre storie perché non dovete dimenticare che fanno parte del mio corpo. Nel migliore dei casi ci sono persone che entrano in contatto con le piccole creature che vivono su di me e sentono le loro necessità, le loro sofferenze. È una cosa molto bella perché la compassione è il fondamento su cui si basa una comprensione allargata anche alle creature superiori, ma tutti siamo importanti agli occhi di Dio, anche uno scorpione rompiscatole che ti pizzica, non per inocularti il suo veleno, ma per svegliarti, vero Albanotte?

– Così ti ricordi anche dello scorpione, io non l’avevo citato nel racconto.

– È per quello che l’ho accennato io – disse la Terra

– Cos’è la faccenda dello scorpione – chiese Ermione.

– Poi ti racconterò.

– È ora che riposiate mie piccole stelle, credo di avervi stupito non poco… sento le vostre menti inquiete, sembrate una caffettiera in ebollizione.

-A te non si può nascondere nulla vero?

– No, adesso che siete entrati in contatto con me, no! Hai forse qualcosa da nascondere?

-Albanotte ed Ermione si guardarono: No, non abbiamo nulla da nascondere, lo sai meglio di noi.

– Ricordatevi però che non siete sempre nella dimensione parallela. Mi raccomando ci vuole discernimento per non rischiare di perdersi…

Come aveva ragione la Terra “discernere sempre per non perdersi” , e non era davvero facile.

“Siete le mie piccole stelle” aveva detto la Terra.

-Ermione, bisogna dire agli uomini che devono diventare delle piccole stelle per poter aiutare la Terra.

-Albanotte, sei diventato matto, pensa cosa direbbero gli uomini. Non è così che possiamo fare.

– Ermione ha ragione, non è così che potete fare e poi ormai siete esperti della dimensione parallela.

– Già, il sogno, dobbiamo agire nel mondo dei sogni.

Ormai ogni notte l’appuntamento era diventato una consuetudine e Albanotte ed Ermione si trovavano ad incoraggiare la Terra.

– Albanotte forse potrebbe dare un piccolo aiuto col fiore del passaggio. Potresti fare un dono a tutti coloro che sognano.

Potrebbe essere un buon inizio per aiutare l’accesso… sì, credo che io ed Ermione cercheremo di darti un aiuto.

La Terra li ringraziò per quanto avrebbero fatto per lei.

E così per diverse notti lavorarono febbrilmente per aiutare la Terra, la quale estasiata si godeva lo spettacolo, uno spettacolo davvero fiabesco.

Albanotte ed Ermione lavoravano in coppia ed erano molto affiatati. Albanotte portava con sé un enorme cesto colmo di viole profumate ed Ermione gli indicava capillarmente come muoversi, cioè dove e a chi portare il dono. I destinatari naturalmente erano tutti sognatori desiderosi di fare un bel sogno. Naturalmente avevano il pieno sostegno di Nebula, per quanto riguarda Ombrenere non avevano assolutamente nulla da temere perché sapevano di essere totalmente al di fuori della sua portata, inoltre avevano il totale appoggio della Terra per cui il loro successo sarebbe stato garantito.

Già, col tempo, perché comunque agivano nella dimensione parallela che sembrava non avesse riscontro nella realtà dei giorni comuni…

La Terra felice si godeva lo spettacolo, inebriata come non mai dal persistente profumo di viola che percepiva tutto attorno a sé.

– Opera compiuta – disse Albanotte – per sette notti io ed Ermione abbiamo portato il dono a tutti i sognatori che sentivamo affini. Crediamo che tutti abbiano accettato di buon grado la viola, ma credo che pochi abbiano capito che è il fiore del passaggio.

– Ci vuole tempo, ci vuole molto, molto tempo. Vi ringrazio perché avete fatto un ottimo lavoro, voi non sapete quanto. Non scoraggiatevi, quando il contadino pianta il seme, non può certo sperare di raccogliere il frutto della pianta il giorno seguente, prima deve passare una stagione. La pianta deve crescere, deve affondare sempre di più le sue radici per trovare il nutrimento ottimale per lei, poi deve mettere il fiore, quindi deve crescere il frutto e ricordatevi che per essere raccolto deve avere la giusta maturazione, quindi né troppo presto né troppo tardi… avete inteso?

– Tutto a tempo debito – disse Ermione.

– Tutto a tempo debito – fece coro Albanotte.

– Sapete il tempo è difficile comprenderlo, vedete come sono diverse le dimensioni che vivete. Il vostro desiderio di aiuto è ottimo, ma dovete anche capire le esigenze delle ombre opprimenti. Un giorno capirete che senza le esigenze delle ombre opprimenti non avrebbe senso la vita nell’ottica in cui la state vivendo ora.

– Non sarebbe allora una dimensione meravigliosa? – chiese Albanotte.

– Sarebbe ancora una dimensione diversa, dove i contrasti hanno ancora diverse sfumature… voi siete ancora in questa polarità e il vostro tempo non è ancora concluso. Calmate i vostri vagabondi pensieri, non potreste fare di più di quello che avete già fatto, neppure se lo voleste. Quello che vi chiedo è di stare sereni e tranquilli e di godervi il frutto del vostro lavoro. Così sarete d’aiuto a me e a tutte le creature perché percepiranno la vostra pace e allora capiranno molto di più di quanto potrebbero comprendere se sentissero in voi apprensione. Ricordatevi che la pace è l’unico segno che indica che voi state percorrendo la Strada.

Albanotte ed Ermione circondarono la Terra, attorno a loro tre l’aroma di viole era ancora persistente.

– Ermione non credi che sia ora di raccontare la tua storia? – disse la Terra.

– Sì, ma non questa notte, è quasi ormai passata, sta per giungere l’alba e io sono sempre la prima ad andarmene, finchè il sogno me lo concede voglio ancora nutrirmi di questo profumo.

Quell’abbraccio sembrava non terminare mai e la luce che ne derivò fu così chiara e brillante da essere percepita in tutto l’universo.

Infinite stelle quella notte vibrarono in risonanza con la Terra e i suoi grandi sognatori.